Incidente ferroviario in Val Venosta

Disastro ferroviario in Val Venosta

(ANSA) – BOLZANO, 12 APR – Un treno regionale e’ deragliato nella zona di Merano. Al momento non risultano morti. Secondo quanto hanno detto i carabinieri, vi sono almeno 20 feriti. Sul posto sono recati i soccorritori e si sta allestendo un campo della protezione civile. L’incidente e’ avvenuto attorno alle 9. Il convoglio e’ deragliato tra gli abitati di Laces e di Castelbello in una gola, forse a causa di uno smottamento del terreno. La strada statale e’stata chiusa per consentire l’afflusso dei soccorritori. (ANSA).

12 aprile, 10:20

(ANSA) – BOLZANO, 12 APR – Un treno regionale e’ deragliato nella zona di Merano a causa di uno smottamento del terreno almeno 6 i morti.Lo si apprende da fonti dei soccorritori che non escludono possano esserci altre vittime. Il convoglio e’ deragliato tra gli abitati di Laces e di Castelbello sulla linea della val Venosta, che congiunge gli abitati della vallata con Merano. Il tratto ferroviario e’ gestito da una societa’ della Provincia autonoma di Bolzano

 

BOLZANO. Una frana di 400 metri cubi di terra e larga 10-15 metri si è abbattuta intorno alle 9 del mattino sul treno regionale della Sad Merano-Malles, in transito tra Laces e Castelbello. Molto probabilmente è stata causata dall’infiltrazione d’acqua dovuta alla rottura di un tubo per l’irrigazione dei campi. Tutti i 39 passeggeri a bordo del convoglio sono rimasti coinvolti in modo più o meno grave, nessun incolume. Drammatico il bilancio dell’incidente che conta 9 morti e 28 feriti di cui alcuni in gravi condizioni. Il treno ha rischiato di finire nel fiume Adige ma fortunatamente è stato trattenuto da alcuni alberi. Immediati i soccorsi con medici, infermieri, psicologi, ambulanze ed elicotteri. La Protezione civile ha prontamente allestito nella zona una sede operativa.

BOLZANO – E’ di nove morti e 28 feriti il bilancio definitivo dell’incidente ferroviario avvenuto oggi in val Venosta, in Alto Adige. Il treno regionale R108 è deragliato per una frana nel tratto della linea tra Castelbello e Laces, in un punto dove i binari attraversano una stretta gola. Il luogo della disgrazia non è raggiungibile con i mezzi di soccorso, così i feriti hanno dovuto camminare per alcune centinaia di metri per poi scendere lungo un sentiero verso il greto del fiume Adige, dove la Protezione civile aveva tempestivamente allestito una sede operativa da campo. I feriti sono stati poi ricoverati negli ospedali di Silandro, Merano e Bolzano. La frana di 400 metri cubi è stata causata dalla rottura di un impianto di irrigazione di un campo di meleti che si trova sopra la gola. Rompendosi, l’impianto avrebbe ‘infradiciato’ pesantemente il terreno sottostante, rendendolo instabile fino a farlo franare. La frana ha colpito in pieno il treno della società provinciale di trasporti Sad che stava transitando proprio in questo momento. L’intervento dei soccorritori è stato reso ancora più difficile dal fatto che il primo dei tre vagoni si trovava in bilico tra i binari e il fiume Adige. Una dopo l’altra le salme sono stata composte in dei sacchi di plastica. Per trasportarli i soccorritori hanno usato delle barelle con una ruota, di quelle per i soccorsi sui sentieri di alta montagna.

Molte delle vittime sono morte per soffocamento. Il più giovane aveva 18 anni, i più anziani erano settantenni. Tutti erano originari del posto, provenienti da un’area di una quindicina di chilometri al massimo dal posto della tragedia, studenti e pendolari. E’ morto anche il conducente, aveva solo 25 anni; lascia la moglie e due bambini.

La procura di Bolzano ha aperto un fascicolo sul disastro ferroviario della val Venosta. Le ipotesi di reato sono omicidio plurimo colposo, procurata frana e disastro ferroviario. Domani in Alto Adige saranno esposte le bandiere a mezz’asta, segno del cordoglio della popolazione per il disastro ferroviario della val Venosta. In serata nella chiesa parrocchiale di Silandro si svolgerà una celebrazione funebre presieduta dal vescovo della diocesi di Bolzano Bressanone Karl Golser.

 

 

I RESPONSABILI DELLA FERROVIA

«È stata una questione di pochi minuti – ha detto il direttore della linea ferroviaria, Helmuth Moroder -. Poco dopo, alle 9.03, è passato il treno diretto a valle che è andato a finire contro la frana. Con tutta probabilità a far cadere la frana è stata la rottura di un tubo per l’irrigazione dei campi a monte della massicciata. Rompendosi, l’impianto avrebbe allagato il terreno sottostante, rendendolo instabile fino a farlo franare. A monte del posto della disgrazia non ci sono infatti corsi d’acqua o invasi. Una fatalità incredibile, dato che l’impianto è munito di un sistema di sicurezza che provvede a un blocco automatico nel caso della caduta di una frana sulla massicciata. La fatalità ha voluto che la frana si sia staccata proprio mentre passava il treno, che così è stato investito in pieno».

 

I SOCCORRITORI

“Quando sono arrivato qui – racconta un carabiniere – mi venivano incontro lungo i binari i feriti ricoperti di fango e sangue”.

“E’ una scena agghiacciante, il treno è pieno di terra e di fango. Dobbiamo lavorare con le mani, è una cosa tremenda”, ha detto un pompiere volontario.

“Se la frana fosse scesa solo un’ora prima – ha detto uno vigile del fuoco durante una breve pausa – la tragedia poteva essere ancora più grande, perché il treno prima delle otto è strapieno di ragazzi che vanno a scuola a Merano”.

 

L’ESPERTO

Pietro de Paola, presidente dell’ordine dei geologi italiani: ”Mi è capitato di vedere bacini idrici posti in cima a collinette franose. In questi casi basta una perdita, un’infiltrazione nel terreno, che si genera una frana. Sono situazioni di rischio che vanno evitate anche perchè le caratteristiche di ‘tenuta’ di un terreno sono condizionate da una serie di variabili, come la pendenza, la permeabilità, la composizione più o meno argillosa. Questo dovrebbe consigliare maggiore prudenza nell’uso del territorio.”

 

L’ASSOCIAZIONE DEI CITTADINI

Il presidente Codacons, Carlo Rienzi. ”Vogliamo sapere se questi morti si potevano evitare, e se vi siano state eventuali omissioni o negligenze sul fronte della sicurezza o della manutenzione dell’intera linea. In particolare – prosegue Rienzi – ci chiediamo se fosse possibile o meno prevedere in quel punto frane o smottamenti in particolare condizioni climatiche, in grado di mettere a repentaglio l’incolumita’ dei passeggeri”. ”Qualora dovessero emergere responsabilita’ nell’incidente da parte della Provincia autonoma di Bolzano, circostanza che ci auguriamo vivamente non si verifichi, chiederemo al governo di revocare i fondi statali concessi alla Provincia”, conclude il Codacons.

LE ISTITUZIONI

Il ministro dell’ambiente, Altero Matteoli.

“Una casualità incredibile  sembra essere stata all’origine della disgrazia”. “Non sono un tecnicoma appare evidente che la forza che ha agito sui vagoni in transito è stata enorme. Si tratta di una frana di una decina di metri che ha colpito il treno proprio mentre il convoglio stava passando”. “Esprimo la solidarietà di tutto il governo e del presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, che è in volo verso gli Stati Uniti e ha voluto essere informato”.

Il governatore Luis Durnwalder:

«A bordo del treno c’erano più che altro pendolari. Si è trattato di una disgrazia imprevedibile, senza ombra di dubbio la più grande tragedia ferroviaria mai avvenuta in provincia di Bolzano. Vogliamo portare il cordoglio del governo altoatesino a tutti i parenti delle vittime. Faremo tutto il possibile per aiutare e dare conforto a chi ha perso i propri cari in questa tragedia. Il nostro grazie va comunque ai soccorritori, il cui intervento è stato pronto e immediato»

L’EPILOGO

https://it.wikipedia.org/wiki/Incidente_ferroviario_di_Laces

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