Tipi di contenuto

Vi ricordate la nostra prima lezione? Federica, se non mi confondo, ha “scritto” il nostro primo testo. Ha messo cioè in ordine le riviste e i giornali che avevo portato in aula come se dovesse allestire un’edicola proprio sotto l’università: la sua ipotesi prevedeva da una parte le riviste per bambini, da un’altra i femminili (ma Flair è molto diverso da Gente…), poi i settimanali d’attualità, le riviste giovanili… e tutti in fila, da un’altra parte ancora, i quotidiani organizzati anche loro secondo alcuni criteri (il formato, l’area di diffusione, l’ideologia…). È un sistema complesso, una vera e propria galassia, che trova nell’edicola la sua migliore metafora: un’edicola in fondo, con le sue ibridazioni (basti pensare alla quantità di oggetti non-mediali che si vendono al suo interno, come i biglietti dell’autobus ma adesso anche le caramelle, i giocattoli, i souvenir…), è il simulacro della comunità che le ruota intorno. Ma rappresenta soltanto una parte dell’intero sistema mediale che comprende anche i media elettrici, i nuovi media (intesi, convenzionalmente, come i media basati sulla codifica digitale)… E domani, chissà.

Beh, da allora ne abbiamo fatta di strada. Ci siamo soffermati sui quotidiani individuandone i tratti distintivi e analizzandone, in base al formato e all’organizzazione plastica, il senso: ci sono i giornali su formato tradizionale, che raccontano (in linea di massima) la realtà secondo un punto di vista istituzionale; e quelli innovativi, su formato tabloid, finalizzati (almeno in Italia) ad un giornalismo d’opinione, politicamente orientato verso la rottura degli schemi sociali consolidati, l’innovazione formale e anche politica. Insomma: ci sono giornali conservativi (e conservatori) e giornali innovativi (e innovatori). E poi? Con un’ulteriore zoomata siamo entrati finalmente nel giornale. Abbiamo visto che è suddiviso in sezioni, poi in pagine che al loro interno presentano i contenuti: quelli visivi (vale a dire le foto e le illustrazioni), quelli verbali e l’infografica che rappresenta una sintesi fra i primi due. Un altro passo: i contenuti verbali, sui quali ci soffermiamo in questa esperienza formativa, si suddividono in diverse tipologie che abbiamo rintracciato attraverso il lavoro di gruppo dell’ultima lezione. Schematizziamo:

Contenuti informativi

  • Breve: notizia di poche righe, su fatti generalmente di secondaria importanza
  • Notizia: contenuto di circa 20/righe che fornisce le informazioni essenziali circa un determinato evento Servizio: contenuto più approfondito, sopra le 30 righe, che prevede il reperimento di fonti aggiuntive rispetto a quelle utilizzate per la notizia.
  • Cronaca: narrazione immediata di un certo evento. Si suddivide di solito in nera, rosa, sportiva, parlamentare… a seconda dei temi che tratta
  • Corrispondenza: arriva da un luogo lontano, dove agisce il corrispondente o l’inviato
  • Inchiesta: si suddivide in conoscitiva e investigativa, a seconda dell’atteggiamento con cui agisce l’autore e del tema che tratta… La prima inquadra un fenomeno sociale, la seconda porta alla luce un retroscena attraverso un’indagine realizzata dal giornalista.
  • Reportage: un articolo piuttosto esteso, nel quale l’autore (magari anche in prima persona…) racconta un’esperienza realizzata in un luogo lontano
  • Resoconto: il racconto di un avvenimento che si sviluppa in un determinato arco di tempo (un convegno, un corteo, una conferenza stampa…)
  • Pastone: un articolo che riassume gli eventi politici, di cronaca… o di altri temi della giornata

Contenuti d’opinione

  • Fondo: commento realizzato da alcune figure autorevoli, anche esterne alla redazione
  • Editoriale: solitamente del direttore o di un altro componente dello staff di direzione, che rappresenta il punto di vista della testata. In semiotica si parla perciò di “enunciatore delegato”, perché riceve la delega a rappresentare il punto di vista della redazione (e della testata)
  • Trafiletto: commento breve, su un tema di attualità, pungente e solitamente provocatorio
  • Corsivo: articolo di costume, con taglio satirico o polemico, firmato di solito da giornalisti di spicco
  • Commento: è un articolo nel quale si commenta (appunto…) un fatto raccontato in un articolo di taglio informativo
  • Recensione: dedicato a eventi o prodotti culturali, in equilibrio fra la cronaca e l’opinione
  • Rubrica: viene affidata sempre allo stesso autore, oltre ad essere centrata sul libero commento (per esempio… La bustina di Minerva che Umberto Eco scrive su L’Espresso) può anche essere tematica (per esempio una rubrica sul giardinaggio, l’informatica, la bellezza…)
  • Intervista: è uno dei generi giornalistici più complessi, può essere tematica o personale e si può realizzare secondo uno schema classico (domanda/risposta) o sciolta nel testo secondo l’alternanza mimesi/diegesi tipica dell’articolo di cronaca. Per un approfondimento clicca qui.

Altri tipi di contenuto

  • Redazionale: è uno spazio di natura promozionale, che deve essere segnalato come tale al lettore perché sia avvertito sul fatto che si tratta, in buona sostanza, di pubblicità
  • Pubbliredazionale: anche questo è finalizzato alla promozione e viene realizzato direttamente dall’inserzionista
  • Contenuti di servizio: i tamburini, le previsioni del tempo, la borsa…
  • Le lettere: è una delle sezioni più lette, uno spazio d’interazione fra i lettori e la testata

Ma davvero è così facile demarcare la linea che separa la cronaca dal commento, le news dalle views? Non sembra, vista l’efficacia del discorso oggettivante che consente di mascherare l’opinione personale dietro la cronaca (utilizzando, per esempio, testimonianze altrui o utilizzando uno stile impersonale, che dà per assodata un’argomentazione invece del tutto arbitraria). E soprattutto vista la fatale prospetticità che condiziona qualsiasi racconto. Già, il racconto… Ogni giornale è un racconto della realtà, che ciascuna testata realizza secondo il proprio punto di vista: giorno dopo giorno si dipana il “racconto dell’enunciatore”, inteso come racconto della realtà effettuato dall’individuo semiotico (la testata giornalistica). Dentro ogni giornale ci sono poi molti racconti, concatenati fra di loro, che i giornalisti realizzano partendo dal proprio punto di vista (condizionato da quello del lettore e da quello dell’editore). E questi racconti sono le unità testuali nelle quali si esercita la scrittura giornalistica…

Lascia un Commento