Tag Archives: scrittura giornalistica

sciamedapi

Abbiamo anche parlato di…

Durante il corso abbiamo già toccato diversi concetti importanti… Proviamo a metterli in fila.

Che cos’è una notizia. Ce lo ripeteremo più volte… e più volte mi vedrete fare il segno della forbice. Perché la notizia è un ritaglio della realtà che il giornalista esegue pensando all’interesse di chi legge. Dunque non è la realtà ma una porzione della realtà definita, arbitrariamente, dall’autore empirico del testo giornalistico. Ma in base a quali criteri il giornalista esegue questo ritaglio? Lo capiremo più avanti, parlando dei “valori notizia”.Che cos’è un giornale. È un oggetto di mediazione fra l’autore e il lettore (o se volete, per dirla in termini semiotici, fra l’enunciatore e l’enunciatario, fra l’autore e il lettore del testo). Ma è anche un servizio, visto che prevede innanzitutto un lavoro di selezione a monte delle notizie che la redazione, attraverso le sue specificità professionali e la sua gerarchia interna, seleziona e poi rielabora, arricchisce, completa per offrirle al destinatario. Esistono dei tratti distintivi per distinguere il giornale da altri media. Il giornale infatti può dirsi tale se:

  • esce con una periodicità almeno settimanale
  • è prodotto su carta stampata (per quanto esistano ormai anche moltissimi giornali on line)
  • è accessibile a ogni ceto sociale e a persone di cultura media
  • tratta argomenti di interesse generale
  • è tempestivo nel raccontare i fatti che accadono
  • è stabile nel tempo.

Un’immagine rubata all’ecologia: come un albero il giornale è sempre uguale a se stesso (la testata del giornale è un elemento fortemente conservativo, così come il suo aspetto grafico) ma anche sempre diverso perché ogni giorno (nonostante alcune notizie tornino ciclicamente, soprattutto in cronaca) racconta un momento diverso della nostra storia… Un’altra immagine ripresa invece da Marshall McLuhan, il padre degli studi sulla comunicazione: il giornale è una forma di confessione collettiva (diversamente dal libro, che è una forma di confessione individuale).

Organizzazione plastica della pagina. Il giornale, attraverso il formato fisico e l’estetica, comunica il senso dei propri contenuti già prima che cominciamo a leggere gli articoli. C’è il formato tradizionale che appartiene ai giornali più conservativi (e conservatori), come quello del Corriere della Sera, che proiettano l’idea di una società stabile, che riafferma se stessa attraverso la geometria regolare e ortogonale che sostiene le pagine. E c’è il formato tabloid, come quello utilizzato da Libero o La Repubblica, che invece qualifica le testate di “rottura”, con un approccio più spettacolare, per certi versi più moderno… Non a caso, almeno nel giornalismo italiano, appartiene alle testate che fanno discutere, che si presentano con delle istanze ideologiche ben precise, che vogliono rappresentare un’alternativa all’aplomb dei giornali tradizionali.

L’organizzazione della pagina, nel caso del tabloid, si ispira al movimento, all’emersione dei contenuti, alla rottura della geometria euclidea che sostiene le testate più conservative (e per certi aspetti più conservatrici). Questo determina precisi effetti di senso anche sul piano della lettura che acquista ritmo, si spezza fra contenuti diversi che introducono accostamenti qualche volta provocatori, sfruttando nella direzione della complessità i tre livelli dell’organizzazione plastica che Julien Greimas identifica all’interno della pagina di un giornale:

  • quello topologico (relativo all’organizzazione degli spazi)
  • quello eidetico (relativo alle linee)
  • quello cromatico (va da sé… quello relativo ai colori)

Si crea così un’estetica dell’armonia, tipica dei giornali d’impostazione tradizionale, ed un’estetica della frattura che caratterizza invece quelli che testimoniano un’ideologia più innovatrice e che proiettano, nell’organizzazione plastica della pagina, un modello sociale diverso. Come dire: ad ogni formato la sua estetica, ad ogni estetica il suo senso. Per approfondire segnalo il volume ”Semiotica del testo giornalistico” di Annamaria Lorusso e Patrizia Violi (Laterza 2004).

Tendenze del giornalismo
La funzione del giornale negli ultimi cinquant’anni, e in particolare negli ultimi venti, è cambiata davvero molto. Per quasi un secolo e mezzo, dalla nascita della penny press (siamo nel 1830) al dopoguerra, ha svolto una funzione da leader incontrastato nel sistema dell’informazione. Poi la radio e la tv ne hanno relativizzato l’utilità bruciando sul tempo l’edizione cartacea. La nascita di internet, e in particolare all’inizio degli anni Novanta del protocollo http (Hyper Text Transfer Protocol) che consente di trasmettere attraverso la rete gli ipertesti (un concetto sul quale torneremo…), ha poi ulteriormente ristretto la funzione strettamente informativa del giornale cartaceo: sono nati infatti i giornali on line (il primo, nel 1994, è stato l’Unione Sarda) che operano in un regime di aggiornamento continuo (chi volesse conoscere la storia dei giornali on-line può dare un’occhiata a questo e-book in Pdf).

Nella comunicazione però, e in particolare nei sistemi neomediali, così come in natura, nulla si crea e nulla si distrugge… E così i giornali hanno trovato una nuova funzione, legata all’approfondimento, al commento, all’orientamento del lettore nella lettura della realtà, che li rendono ancora oggi utili. Un esempio su tutti: la nascita di www.repubblica.it, tra i più fortunati media d’informazione on line, non ha certo recato danni alla vendita dell’edizione cartacea del quotidiano La Repubblica. Anzi, il giornale on-line rende riconoscibile, secondo un percorso di fidelizzazione, l’edizione cartacea che si trova in edicola. Rimane poi il fatto che il giornale di carta fa testo, rimane come un oggetto fisico da conservare, che facilita il mantenimento della memoria collettiva.

La propensione al commento, e dunque la “settimanalizzazione”, rappresenta del resto una caratteristica dei giornali moderni presente già dalla metà degli anni Settanta. Non è l’unica, come spiega lo studioso di comunicazioni di massa Carlo Sorrentino: c’è la semplificazione delle notizie, il ricorso al sensazionalismo (una caratteristica, come ricorderete, tipica anche della civiltà orale che facilitava la memorizzazione dei saperi e delle informazioni …), la frammentazione degli eventi che si proietta anche nella conformazione, sempre più complessa, della pagina.