Apocalittici o integrati?

Beh, il mio primo articolo dell’anno è uscito ieri sul quotidiano Europa. Siccome parlo di un libro che mette ottimismo, “Tentativi di ecocondotta” di Cristina Gabetti, ve lo propongo come regalo d’inizio 2009. Ma attenzione: nell’attacco faccio riferimento a un volume che mi ha segnato molto (e che è stato pubblicato, fra l’altro, proprio nel mio anno di nascita): “Apocalittici e integrati” di Umberto Eco (nella foto), un saggio dedicato al ruolo dei media nella costruzione della cultura di massa, certamente utile anche agli aspiranti giornalisti. Perché non ve l’andate a cercare in biblioteca? Intanto ecco qui il mio “Green” (è il nome della mia rubrica settimanale) di ieri…

Apocalittici o integrati? La dicotomia introdotta quarantacinque anni fa da Umberto Eco torna utile al cospetto di un libro che ci sembra quanto mai adatto per entrare da ambientalisti coerenti e consapevoli nel 2009. Attenzione però a non farsi ingannare dal titolo: Tentativi di eco-condotta, di Cristina Gabetti (Rizzoli, 2008), non è l’ennesimo manuale di ecologia applicata che pretende di indottrinare il lettore a colpi di consigli su cosa fare e cosa non fare. Piuttosto è un viaggio fra i più simpatici che ci sia capitato di leggere attraverso gli stili di vita, spesso poco virtuosi, che serpeggiano nella società contemporanea. Nove descrizioni di altrettante tipologie umane orientate, più meno consapevolmente, all’insostenibilità: dal Distratto che lascia il computer in stand-by notte e giorno alla Viziata che si fa travolgere dallo shopping compulsivo, dal Gasato che circola in Suv con il cellulare sull’orecchio al tipico impiegato Pessimista che continua ad inquinare tanto per il pianeta ormai non c’è speranza… Una carrellata di concittadini immaginari che verrebbe spontaneo, da bravi apocalittici, abbandonare al proprio destino sprecone e, direbbe Umberto Eco, omologato dalla cultura del consumismo. Invece, qui sta l’intelligenza e la gradevolezza di questo volume, la Gabetti preferisce prenderli per mano e provare a modificarne le abitudini. Piccoli passi, per carità. Ma assai significativi: una serie di tentativi che spiegano agli Ingordi come si entra in contatto con Slow Food, ai Rampanti che mettono in casa il parquet di legno tropicale la bellezza dell’architettura biocompatibile, a chi non stacca le mani dal volante che cos’è il car-sharing. E soprattutto ai Saputelli che fanno gli ecologisti solo a parole, bocciando gli impianti eolici ma accendendo senza pensarci due volte il condizionatore, le ragioni per cui oggi la coerenza fra saperi e comportamenti non è più un optional.
Ci piace questa maniera di procedere perché propone a ciascuno di migliorare la propria qualità della vita con il sorriso sulle labbra, senza chiamare in causa la catastrofe climatica e senza inseguire l’utopia che si possa cambiare il mondo dal basso. E le indicazioni concrete, fra le note a margine dei diversi capitoli e un promemoria di “atti pratici” da tenere sul frigorifero, non mancano: gettando le basi per una civiltà a basse emissioni che affascini anche chi ha smesso di ascoltare, non sempre a torto, le prediche degli ambientalisti.

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