Il salto di medium è il messaggio

Beh, con il corso non c’entra niente (o forse sì)… Però finalmente ho ricevuto le bozze di un volume edito da Franco Angeli (“L’arte dello spettatore”) in cui comparirà un mio saggio sulle dinamiche della comunicazione urbana nella tarda modernità. Contiene un concetto sul quale mi sono concentrato negli ultimi tempi, il “salto di medium”, vale a dire il passaggio da un medium all’altro durante la conversazione interpersonale. Il libro esce intorno al 10 giugno e recupera sul piano sincronico la logica della “remediation” messa a punto da David Bolter e Jay Grusin, autori di quel libro con la copertina gialla (“Remediation”, appunto) che avevo portato in aula durante la prima lezione. L’idea di fondo è che la progressione verso l’immediatezza della conversazione, passando dal semplice squillo del cellulare all’sms, dalla videochiamata alla socialità fisica, non sia casuale. Esiste anzi una strategia da parte degli interlocutori, un’intenzionalità nel gestire in maniera più o meno opaca la conversazione a seconda del medium che si utilizza. Tanto da farci ipotizzare, parafrasando McLuhan, che il “salto di medium” è il messaggio.

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