Sabato scorso ho partecipato a Glocalnews, il festival del giornalismo on line organizzato dalla testata Varese News e dal suo vulcanico direttore Marco Giovannelli. Insieme a Rosy Battaglia (animatrice della campagna Cittadini Reattivi), Luca De Biase (direttore di Nova e presidente della Fondazione Ahref) e Orlando Mastrillo (Varesenews) abbiamo ragionato su open data, tutela dell’ambiente e media civici. All’argomento De Biase ha appena dedicato un libro e in questo post spiega con efficacia le origini e le potenzialità di un fenomeno che anche da noi guadagna sempre più spazio. Fra i diversi punti che abbiamo toccato durante il dibattito mi ha colpito in particolare l’idea che attraverso il “civic journalism” si possa aprire il confronto fra persone che la pensano in maniera diversa, superando la logica dell’aggregazione per consenso tipica del social network (non a caso su Facebook si clicca “I like”).
Personalmente aggiungo una riflessione, ovvero: il giornalista – in particolare quello ambientale – è civico per definizione, partecipa al cambiamento e agisce nella comunità, va oltre la funzione del semplice testimone di quanto accade. È un nodo del conflitto ed esercita la propria narrazione perché le persone conversino, si confrontino, esprimano le proprie opinioni nello scambio fra pari. L’ibridazione mi sembra perciò la chiave strategica per il giornalismo contemporaneo, integrando la dimensione frontale che deriva dai media analogici con la scrittura collaborativa delle piattaforme digitali (come Timu, messa a punto dalla fondazione Ahref).
Siamo sempre di più nell’epoca del “salto di medium”, dove gli utenti possono transitare da una logica all’altra, a seconda della relazione più o meno immersiva che ritengono di voler sperimentare con le storie, con i propri interlocutori, con la realtà fattuale… Ne riparleremo. Lo Storify dell’incontro intanto è a questo link.