Bonifica Adige euganeo

Narrazioni di bonifica

Gruppo insegnanti Adige euganeaAnche l’Italia ha i suoi “paesi bassi”. Li ho visitati in settimana recandomi a Este, in provincia di Padova, per tenere un seminario sulla narrazione efficace insieme ad un gruppo d’insegnanti coinvolti in un progetto di educazione ambientale promosso dal Consorzio di bonifica Adige Euganeo. Qui una complessa opera idraulica, la cui storia affonda le radici nei primi tentativi di prosciugamento operati dai monaci benedettini già durante l’undicesimo secolo, sottrae circa 120mila ettari di terreno alla palude rendendoli abitabili da oltre 260mila persone distribuite in 70 comuni. Un sistema estremamente suggestivo che comprende decine d’idrovore dislocate fra Chioggia e i Monti Berici dimostrando come l’intervento antropico, se concepito nel rispetto degli equilibri biologici, possa rappresentare un fattore di sostenibilità.

Percorrendo le strade adagiate lungo i canali si percepisce il risultato di questa complessa tecnologia basata su pompe meccaniche, scoli e sifoni telecontrollati, una sorta di “smart grid” delle acque grazie alla quale è stato letteralmente inventato un paesaggio. Sotto gli argini, tre o quattro metri più in basso del livello marino, giacciono i centri abitati e i campi di un comprensorio adibito prevalentemente a colture agricole e attività artigianali che si misura adesso con l’incidenza dei fenomeni meteorologici estremi, con le calamità del clima che richiedono ulteriori misure di adattamento e manutenzione. L’organizzazione plastica del paesaggio è segnata da evidenti sfalsature, con la pianura che si perde da una parte a vista d’occhio verso la laguna e s’interrompe dell’altra sulle pendici dei colli Euganei che introducono, intorno a Monselice, un improvviso dislivello.

Gli insegnanti che partecipano al progetto, ideato dai circoli di Legambiente Este e Piove di Sacco insieme al Centro di educazione ambientale della Saccisica, realizzeranno durante i prossimi mesi una ricerca sul campo insieme ai propri alunni finalizzata a produrre un elaborato sul rapporto fra cibo, agricoltura e territorio. Durante il pomeriggio ci siamo confrontati su come si definisce il senso di una narrazione, a prescindere dalla sua manifestazione discorsiva e dalle sostanze dell’espressione che si utilizzano, ripercorrendo la grammatica generativa messa a punto da Julien Greimas. A loro (li vedete nella foto che abbiamo scattato nella sede del Consorzio) segnalo in particolare questo post che ripercorre quanto abbiamo condiviso a proposito della struttura agonistica che soggiace ad ogni storia che raccontiamo, del conflitto che tiene insieme le figure che agiscono all’interno delle nostre narrazioni.

Il territorio nel quale operano d’altro canto contiene molteplici competizioni, quella fra le acque e la terraferma, fra le macchine e il sistema idrogeologico naturale, fra la pianura alluvionale e le alture d’origine vulcanica… All’interno di questa cornice – che costituisce a suo modo un testo – saranno molti gli scampoli di realtà su cui soffermarsi insieme ai bambini con l’ambizione di alimentare, a partire dai loro elaborati, la conversazione sociale sul valore della bonifica esplicitando che ciascuno, a modo proprio, rappresenta l’autore di questa rigenerazione collaborativa.

Lascia un Commento